Nuovi ritrovamenti a Pompei su guerra di Troia

Apr 19, 2024

Nuovi ritrovamenti a Pompei su guerra di Troia con figure mitologiche. Nei saloni di una casa romana a Pompei nuovi scavi effettuati. Le opere sono state portate alla luce in quasi perfetto stato. Più di 13mila gli ambienti finora scoperti negli scavi.

Nei nuovi scavi un imponente ambiente (quindici metri per 6) dipinto di nero in cui risaltano figure eroiche. Il ministro Sangiuliano: «Pompei è un unicum mondiale». Il direttore Zuchtriegel: «Pareti nere per evitare che si vedesse il fumo delle lucerne»

Non finisce di stupire Pompei: lultimo tesoro  venuto alla luce durante le attività di scavo in corso nell’insula 10 della Regio IX ci restituisce un ambiente interno composto da un imponente salone da banchetto e da eleganti pareti nere, decorate con soggetti mitologici ispirati alla guerra di Troia. Un ambiente raffinato, come spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel nel quale ci si intratteneva in momenti conviviali, tra banchetti e conversazioni, in cui si respira l’alto tenore di vita testimoniato dall’ampiezza dello spazio, dalla presenza di affreschi e mosaici riconducibili al III stile, dalla qualità artistica delle pitture e dalla scelta dei soggetti.

Elena, Cassandra, Paride: sono i grandi eroi dell’epopea iliadica i soggetti degli affreschi di un imponente salone da banchetto emerso dagli ultimi scavi a Pompei. L’elegante sala, dipinta di nero e decorata con soggetti mitologici ispirati alla guerra di Troia, è solo l’ultimo degli ambienti che sta venendo alla luce durante le attività di scavo nell’insula 10 della Regio IX di Pompei, finalmente visibile in tutta la sua gloria.

Tema dominante delle decorazioni – che fungevano da intrattenimento per gli ospiti e i commensali, fornendo spunti di conversazione e riflessione – è l’eroismo, ma ancora di più la crudeltà del destino e il tentativo umano di opporvisi. Esempio ne è, oltre alla presenza dei due giovani il cui amore scatenò (o meno) la guerra, l’accostamento della veggente Cassandra ad Apollo, che con una maledizione impedì che la donna venisse mai creduta e, inavvertitamente, contribuì alla rovina di Troia.

L’ambiente veniva utilizzato per intrattenersi in momenti conviviali, tra banchetti e conversazioni, in cui si respirava l’alto tenore di vita, testimoniato dall’ampiezza dello spazio, dalla presenza di affreschi e mosaici databili al III stile, dalla qualità artistica delle pitture e dalla scelta dei soggetti.

La figure mitologiche nelle case romane avevano proprio la funzione sociale di intrattenere gli ospiti e i commensali, fornendo spunti di conversazione e riflessione sull’esistenza. Oltre a Elena e Paride, indicato in un’iscrizione greca tra le due figure con il suo altro nome “Alexandros”, appare sulle pareti del salone la figura di Cassandra, figlia di Priamo, in coppia con Apollo. Nella mitologia greca Cassandra era conosciuta per il suo dono di preveggenza e per il terribile destino che le impedisce di modificare il futuro. Nonostante la sua capacità di vedere oltre il presente, nessuno crede alle sue parole, a causa di una maledizione che Apollo le infligge per non essersi concessa a lui, e dunque non riuscirà a impedire i tragici eventi della guerra di Troia, che aveva predetto. Dopo essere stata stuprata durante la presa di Troia, finirà come schiava di Agamennone a Micene.

Figure mitologiche nelle case di Pompei per parlare di vita e di passato

“Le pareti erano nere per evitare che si vedesse il fumo delle lucerne sui muri. Qui ci siriuniva per banchettare dopo il tramonto, la luce tremolante delle lucerne faceva sì che le immagini sembrassero muoversi, specie dopo qualche bicchiere di buon vino campano” spiega il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. “Oggi, Elena e Paride siamo tutti noi: ogni giorno possiamo scegliere se curarci solo della nostra vita intima o di indagare come questa nostra vita si intrecci con la grande storia“, aggiunge Zuchtruegel.

L’attività di scavo nell’insula 10 della Regio IX è parte di un più ampio progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area scavata e non, di miglioramento dell’assetto idrogeologico, finalizzato a rendere la tutela del vasto patrimonio pompeiano (più di 13mila ambienti in 1070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri) più efficace e sostenibile.
Lo scavo nell’area finora ha restituito due abitazioni collegate tra di loro, casa con panificio e fullonica (lavanderia), che prospettavano su via Nola e le cui facciate furono già portate alla luce alla fine del ‘800. Alle spalle di queste due case, stanno emergendo in questa fase di scavo sontuosi ambienti di soggiorno affrescati, anche in questo caso interessati al momento dell’eruzione da importanti interventi di ristrutturazione.

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