In mostra alle nuove Gallerie d’Italia di Napoli tre principali percorsi espositivi con opere appartenenti al patrimonio storico e artistico di Intesa Sanpaolo: L’arte napoletana dal XVII al XX secolo, tra cui il fiore all’occhiello delle collezioni di Intesa Sanpaolo, il Martirio di Sant’Orsola di Caravaggio;
una raccolta di ceramiche attiche e magnogreche esposta per la prima volta integralmente; e una selezione di opere del Novecento. Inizia il tuo viaggio e scopri tutto di nuovo.
Da Caravaggio a Gemito
Le opere della collezione permanente sono presentate attraverso tre percorsi tematici. Al primo piano, nella sezione del museo curata da Fernando Mazzocca, una selezione di dipinti e sculture, esposta come un’antologia, offre un ampio quadro delle principali vicende della pittura napoletana e meridionale dal primo Seicento fino ai primi decenni del Novecento. il 20esimo secolo. Grandi capolavori, alcuni dei quali scoperti solo di recente, si sono aggiunti e ampliati alla collezione precedentemente esposta a Palazzo Zevallos Stigliano.
Opportunamente, il viaggio inizia con il fiore all’occhiello delle collezioni di Intesa Sanpaolo, il Martirio di Sant’Orsola, l’ultima tela dipinta da Caravaggio nel maggio 1610, poche settimane prima della sua morte. Nella nuova mostra, la sua collocazione tra gli altri capolavori della prima metà del XVII secolo consente di collocare l’opera nel contesto artistico e culturale legato alla rivoluzione caravaggesca, che, soprattutto a Napoli, segnò una svolta decisiva nel panorama figurativo esperienze di artisti operanti nella città, che in quegli anni era capitale del vicereame spagnolo.
Opportunamente, il viaggio inizia con il fiore all’occhiello delle collezioni di Intesa Sanpaolo, il Martirio di Sant’Orsola, l’ultima tela dipinta da Caravaggio nel maggio 1610, poche settimane prima della sua morte. Nella nuova mostra, la sua collocazione tra gli altri capolavori della prima metà del XVII secolo consente di collocare l’opera nel contesto artistico e culturale legato alla rivoluzione caravaggesca, che, soprattutto a Napoli, segnò una svolta decisiva nel panorama figurativo esperienze di artisti operanti nella città, che in quegli anni era capitale del vicereame spagnolo.
Ceramica Attica e della Magna Grecia
L’esposizione, curata da Fabrizio Paolucci, presenta, per la prima volta al pubblico e nella sua interezza, la storica Collezione Caputi appartenente a Intesa Sanpaolo e composta da oltre 500 vasi e altri manufatti realizzati ad Atene, in Puglia e in Lucania tra il V sec. e III secolo a.C. e rinvenuto a Ruvo di Puglia, cittadina della provincia di Bari che svolse un importante ruolo politico, economico e culturale nella Magna Grecia. La collezione di vasi attici e magnogreci comprende reperti appartenuti probabilmente ad un’unica necropoli dell’antica Ruvo di Puglia, situata in provincia di Bari. Le ceramiche, che forniscono un prezioso spaccato dell’arte e della cultura della Magna Grecia, furono realizzate tra il VI e il III secolo a.C. in laboratori dell’Italia meridionale – Puglia e Lucania – o importate da Atene. Si trattava di corredi funerari prestigiosi che ricoprivano un ruolo importante nelle pratiche di sepoltura adottate dall’aristocrazia pugliese. Nella maggior parte di essi venivano conservati alimenti, liquidi e unguenti; uniscono il pratico allo squisitamente artistico, decorati come sono con dipinti figurativi in rosso o nero. Fiore all’occhiello della collezione è il kalpis attico del Pittore di Leningrado (V secolo a.C.): la sua decorazione raffigura un laboratorio di ceramica, con artigiani e una giovane donna che dipingono la ceramica. La collezione si formò per iniziativa dell’arcidiacono Giuseppe Caputi, il cui impegno civico nella Ruvo ottocentesca era ben noto e che, a partire dagli anni Trenta dell’Ottocento, iniziò a raccogliere e conservare i vasi dipinti rinvenuti nei suoi possedimenti.
Il nuovo allestimento avvicina i reperti al contesto in cui sono stati realizzati e alla loro collocazione culturale, e li accosta alle collezioni del MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), una parte significativa delle quali comprende reperti rinvenuti durante gli scavi a Ruvo di Puglia.
L’esposizione delle ceramiche prevede anche un’esposizione a rotazione di specifici manufatti selezionati nell’ambito di alcuni progetti accademici che invitano al confronto con pezzi di pregio prestati dal MANN e da altri musei in Italia e all’estero.
Il Ventesimo Secolo
Una serie di sale affacciate su via Toledo, allo stesso livello, offrono al visitatore un secondo percorso da seguire: qui, una selezione di opere della collezione d’arte del Novecento di Intesa Sanpaolo, curata da Luca Massimo Barbero, accompagna il visitatore in un singolare viaggio cronologico attraverso il anni tra il dopoguerra e l’età moderna. La selezione dedicata al Novecento riunisce opere di artisti che hanno avuto un ruolo centrale nell’esperienza artistica contemporanea e che avevano un interesse specifico per Napoli e il suo ambiente culturale; una città che, ancora oggi, mantiene un fervido rapporto con artisti, gallerie e collezionisti del panorama dell’arte moderna e contemporanea. Tra i nomi di spicco figurano Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Manzoni, Mario Schifano, Jannis Kounellis, Sol LeWitt, Afro ed Ernesto Tatafiore. Alcune sale di questa sezione sono dedicate ad iniziative temporanee pensate per stimolare il dialogo e il confronto, in termini di somiglianze e differenze, con le opere della collezione permanente.
0 commenti